Buongiorno,
Una Società di capitali nel 2022 e nel 2023 ha emesso dichiarazioni d’intento senza avere lo status di esportatore abituale e perciò ha ricevuto fatture dai fornitori in art 8 lettera C.
Per sanare il tutto in autonomia senza coinvolgere i fornitori con note di credito e riemissione di fatture imponibili volevamo procedere come di seguito indicato:
- emissione di autofatture con la stessa data delle fatture originarie ricevute dai fornitori e pagare l’IVA con ravvedimento dalla data di liquidazione di riferimento ad oggi;
- rifare le liquidazioni con IVA sia nel registro degli acquisti che nel registro delle vendite;
- successivamente presentare le dichiarazioni IVA integrative 2023/22 e 2024/23 con detrazione dell ’IVA sugli acquisti relative alle autofatture sopracitate.
In tal modo la Società resterebbe incisa solo di sanzioni ed interessi.
Vi chiediamo cortesemente se è corretto operare in questo modo per sanare completamente la posizione del nostro cliente e se le dichiarazioni d’intento emesse sono soggette a sanzione e in che misura.
Ringrazio. Cordiali saluti.