Legittimo l’accertamento analitico-induttivo nei confronti della società fondato su parametri indiziari, attraverso la ricostruzione dei ricavi alla luce del costo del venduto, aumentato del ricarico medio ponderato e tenuto conto degli sconti quantificati grazie all’ausilio dell’amministratore, anche se la contribuente nel parere pro veritate di un consulente di parte effettua una ricostruzione diversa da quella accolta dal giudice di merito.
Lo ha stabilito la Cassazione con l’ordinanza 28036 del 26 settembre 2022, con cui ha rigettato il ricorso di una società.