Legittimo l’accertamento induttivo puro operato dall’Agenzia delle entrate in presenza di lavoratori in nero, di scritture contabili inattendibili e di una condotta antieconomica della società per plurimi anni di imposta. Tali dati costituiscono significativi elementi presuntivi di maggiori ricavi, salvo prova contraria. Inoltre le percentuali di ricarico, accertate con riferimento a un determinato anno fiscale, costituiscono validi elementi indiziari, da utilizzare secondo i criteri di razionalità e prudenza, per ricostruire i dati corrispondenti relativi ad anni precedenti o successivi.
Lo ha stabilito la Cassazione con l’ordinanza 4662 del 15 febbraio 2023, con cui ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate.