L’Agenzia delle entrate non può estendere le indagini bancarie al convivente del legale rappresentante senza prima verificare l’esistenza di uno stabile legame affettivo e l’incompatibilità tra la situazione reddituale del terzo e le movimentazioni bancarie.
Lo ha stabilito la Cassazione con l’ordinanza 7583 del 21 marzo 2025, con cui ha accolto il ricorso della società.