AIDC ha pubblicato un aggiornamento del documento di analisi sul concordato preventivo biennale redatto a cura della sezione di Milano, che recepisce la novità della sanatoria per gli anni pregressi, riservata a chi eserciterà l’opzione per il concordato stesso.
Sono state, altresì, pubblicate alcune schede operative contenenti, passo per passo, utili indicazioni in merito agli aspetti essenziali della nuova normativa da tenere in debito conto per valutare la convenienza ad accedere o meno all’istituto.
Questo sforzo di ausilio ai colleghi non può, d’altra parte, far passare in secondo piano la situazione di oggettiva difficoltà nella quale i professionisti stanno operando in ragione dei molteplici interventi normativi che nel giro di pochi mesi hanno più volte modificato, anche significativamente, i termini e le condizioni per l’adesione al concordato. Ultimi esempi sono l’introduzione, in sede di conversione del D.L. n. 113 del 2024, della norma che consente solo ai soggetti che aderiranno al concordato di intervenire sui periodi di imposta pregressi e, per converso, l’inasprimento del quadro sanzionatorio solo per le violazioni contestate a chi non aderisce (con buona pace dell’equità del sistema). Novità che, nei pochissimi giorni ancora a disposizione, dovranno essere rapidamente illustrate ai clienti, i quali dovranno decidere sull’adesione anche in considerazione del mutato quadro normativo. Appare, dunque, evidente e logico che, nell’interesse di tutti, sia necessario disporre uno slittamento del termine fissato al 31 ottobre per l’esercizio dell’opzione per il concordato; slittamento che dovrà essere disposto con congruo anticipo onde evitare, per una volta, il solito finale della proroga prima negata e poi concessa sul filo di lana o, peggio, a termine oramai decorso.
“Il concordato preventivo biennale – commenta Edoardo Ginevra Presidente AIDC – rappresenta l’ennesimo esempio di una oramai consolidata modalità di legislazione e di applicazione della norma con caratteristiche contingenti e di urgenza, indotte da necessità di gettito. Gli obiettivi di riforma del sistema fiscale e l’ambizione dichiarata di un nuovo rapporto fisco-contribuente sono, ancora una volta, frustrati nei fatti da una legislazione schizofrenica e sempre all’insegna della modifica dell’ultimo minuto. Che si abbia, almeno, la decenza di lasciare ai contribuenti e ai loro professionisti di fiducia il tempo necessario per valutare la convenienza di aderire o meno al concordato una volta che il quadro normativo sarà divenuto stabile e, per questo, si provveda rapidamente al rinvio del termine del 31 ottobre; altrimenti, si abbia il coraggio di dire che l’adesione al concordato è obbligatoria per tutti per esigenze di cassa, con buona pace dello Stato di diritto, del principio costituzionale di capacità contributiva (ormai troppo spesso messo a dura prova e non solo da questo istituto) e del sempre più bistrattato Statuto del Contribuente.”