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Il Caso 02/03/2017

Royalties corrisposte a soggetti non residenti: tassazione

Royalties corrisposte a soggetti non residenti: tassazione

L’art. 12, paragrafo 3, Modello OCSE 2010, dispone che il termine «Royalties» designa «i compensi di qualsiasi natura corrisposti per l'uso o la concessione in uso di diritti d'autore su opere letterarie, artistiche o lavoro scientifico tra cui pellicole cinematografiche, di brevetti, marchi, disegni o modelli, progetti, formule o processi segreti o per informazioni concernenti industriale, esperienza commerciale o scientifico».

Si fa riferimento, in sostanza, ai canoni corrisposti per lo sfruttamento dei c.d. IPR (Intellectual property rights).

Le Convenzioni contro le doppie imposizioni stipulate dall’Italia, che fanno riferimento alle precedenti versioni del Modello OCSE 2010, ricomprendono tra le Royalties i compensi per l'uso o la concessione in uso di attrezzature industriali, commerciali o scientifiche.

Il Commentario all’art. 12 del Modello OCSE 2010 (paragrafo 2.9), puntualizza l’eliminazione, dal novero delle royalties, dei compensi per l'uso o la concessione in uso di attrezzature industriali, commerciali o scientifiche, con la conseguenza che tali compensi debbano essere generalmente considerati tassati in capo al  percettore  (nel  Paese  di residenza) come redditi d’impresa.

Nel Commentario all’art. 12 del Modello OCSE 2010 viene inoltre precisato che NON sono classificabili come “royalties” neanche i compensi corrisposti per ottenere il diritto esclusivo alla distribuzione di determinati prodotti o servizi in una specifica area geografica, non essendo direttamente collegati all’uso o alla concessione in uso di alcuno dei diritti immateriali che generano royalties, per cui anche tali compensi devono essere qualificati come redditi d’impresa.

Royalties: tassazione secondo l’ordinamento interno

L’art. 23, co. 2, lett. c), del D.P.R. 917/1986, sancisce che “si considerano prodotti nel  territorio  dello  Stato,  se corrisposti dallo Stato, da soggetti residenti nel territorio dello Stato  o da stabili organizzazioni nel territorio stesso di soggetti non residenti…..: c) i compensi per l'utilizzazione di opere dell'ingegno,  di  brevetti industriali e di marchi d'impresa nonché di processi, formule e informazioni relativi ad  esperienze  acquisite  nel  campo  industriale,  commerciale  o scientifico…”.

Ciò che conta ai fini dell’attrazione delle royalties corrisposte a soggetti non residenti nella potestà impositiva dello Stato italiano, è la residenza fiscale del soggetto erogante, prescindendo dunque dalla considerazioni di altri elementi.

L’art. 25, co. 4, D.P.R. 600/1973 prevede l’applicazione di una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta del 30% per le royalties corrisposte a soggetti non residenti

Royalties: le disposizioni convenzionali

L’art. 12, paragrafo 1, del Modello OCSE 2010, prevede che i canoni provenienti da uno Stato contraente (Italia) e pagati all'effettivo beneficiario che risiede nell'altro Stato contraente, sono imponibili soltanto in detto altro Stato.

In sostanza, si riserva la potestà esclusiva dei canoni al paese di residenza del soggetto percipiente.

La società estera, dunque, non sconterà la ritenuta del 30% prevista dall’art. 25 del D.P.R. 600/1973.

Le Convenzioni contro le doppie imposizioni stipulate dall’Italia che, come detto, fanno riferimento alle precedenti versioni del Modello OCSE, generalmente, prevedono, una potestà impositiva concorrente tra i due Stati stabilendo, tuttavia, la tassazione massima applicazione.

Nella seguente tabella si propongono la disciplina in tema di royalties in alcune Convenzioni contro le doppie imposizioni stipulate dall’Italia.

Tabella n. 1 – Royalties: le Convenzioni stipulate dall’Italia

 

Convenzione

Potestà impositiva

Regime del risparmio gestito

Italia - Austria

Firma: Vienna 29.06.1981
Ratifica: L. 18.10.1984, n.762

Concorrente tra i due stati

I canoni pagati da una società residente di uno degli Stati contraenti ad una persona residente dell'altro Stato contraente che possiede più del 50 per cento del capitale sociale della società erogante possono essere tassati nel primo Stato; l'imposta così applicata non può, tuttavia, eccedere il 10 per cento dell'ammontare lordo dei canoni.

Italia – Francia

Firma: Venezia 05.10.1989
Ratifica: L. 07.01.1992, n.20

Concorrente tra i due stati

Tali canoni possono essere tassati nello Stato dal quale essi provengono e in conformità della legislazione di detto Stato, ma, se la persona che riceve i canoni ne è l'effettivo beneficiario, l'imposta così applicata non può eccedere il 5 per cento dell'ammontare lordo dei canoni.

Italia – Lussemburgo

Firma: Lussemburgo 03.06.1981
Ratifica: L.14.08.1982, n.747

Concorrente tra i due stati

10 per cento dell'ammontare lordo dei canoni.

Italia – Ungheria

Firma: Budapest 16.05.1977
Ratifica: L. 23.07.1980, n.509

Potestà impositiva esclusiva dei canoni al paese di residenza del soggetto percipiente

-

 

Disposizioni convenzionali: l’effettivo beneficiario

Sia il Modello OCSE 2010 che le Convenzioni contro le doppie imposizioni stipulate dall’Italia prese in esame subordinano l’applicazione delle stesse disposizioni al concetto di “beneficiario effettivo”.

Il concetto di beneficiario effettivo (beneficial owner) è un chiaro concetto antiabuso, al fine di evitare il c.d. Treaty shopping, ovvero l’adozione di strategie volte ad ottenere i vantaggi fiscali derivanti da alcune Convenzioni altrimenti non applicabili.

Il concetto di beneficiario effettivo è espressione del più generale principio della prevalenza della sostanza sulla forma, di matrice anglosassone, il quale impone che, al fine di appurare quale debba essere il trattamento tributario da applicare a determinati flussi reddituali, occorre fare riferimento ai concreti risultati economici perseguiti più che alla forma giuridica utilizzata.

La disposizione convenzionale vuole, infatti, contrastare l'interposizione tra il beneficiario finale dei redditi (soggetto non residente, reale titolare dei diritti immateriali) ed il soggetto erogante (soggetto residente), di un soggetto terzo (interposto), con l'unico scopo di sfruttare la disciplina fiscale più favorevole prevista dalle varie convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni sul reddito. Il beneficiario effettivo può essere individuato nella persona fisica o giuridica che:

  • ha il diritto di controllo più intenso sul bene, potendo disporre dei frutti del bene medesimo;
  • effettivamente ne sopporta i costi, ovvero che sopporta il rischio di un'eventuale diminuzione di valore.

 

 

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Info Flash Fiscali 076 / 2523/04/2025
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Dovute le sanzioni tributarie anche se il contribuente non riscuote i crediti nei confronti dello Stato
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L’evoluzione della Giurisprudenza 23/04/2025
L’estratto di ruolo pulito non dimostra il pagamento dei debiti nei confronti dell’erario
Non è sufficiente far riferimento all’estratto di ruolo a zero della cartella erariale per dimostrare di aver pagato i debiti pregressi verso l’amministrazione finanziaria. Non è quindi corretta l’affermazione del contribuente per il quale all’atto si dovrebbe attribuire valore di prova legale dell’avvenuto pagamento delle cartelle pregresse: il debito, quindi, rimane con conseguente legittimità del diniego alla richiesta di dilazione.
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Sanzioni civili INAIL - Nuovo tasso di interesse
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Il CdM corregge il calcolo dell'acconto Irpef 2025
Il Consiglio dei Ministri, nella giornata di ieri, ha approvato uno schema di decreto legge che chiarisce le modalità di calcolo degli acconti IRPEF per il 2025, ponendo rimedio all’incongruenza normativa emersa tra il DLgs. 216/2023 e la Legge 207/2024, relativa alla riduzione (a regime) delle aliquote IRPEF, da 4 a 3. La questione normativa L’art. 1, co. 1, del DLgs. 216/2023 aveva previsto solo per il 2024 la riduzione da 4 a 3 del numero di scaglioni IRPEF: 23 fino a . 28.000 di reddito 35 da . 28.001 a . 50.000 43 oltre . 50.000. accorpando i primi 2 scaglioni (applicando il 23 fino a . 28.000; in precedenza era prevista l’aliquota del 25 oltre . 15.000).