Con la Risposta n. 504 del 28/11/20190, l'Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito alla potenziale applicazione delle disposizioni antiabuso (art. 10-bis L. 212/2000) nel caso di soci in regime forfettario che procedono ad emettere fatture nei confronti della Srl partecipata.
In particolare, l'Agenzia delle Entrate ritiene che:
in relazione all'applicabilità delle nuove cause ostative di cui lett. d) e/o d-bis) dell'art. 57 co. 1 L. n. 190/2014
si potrebbe profilare un'ipotesi di comportamento abusivo, in presenza, alternativamente o congiuntamente, del verificarsi delle seguenti ipotesi:
Ove anche una delle citate ipotesi facesse emergere un vantaggio fiscale, questo sarebbe in violazione delle disposizioni di legge, di volta in volta, interessata.
Al contrario, ove nessuna di tali ipotesi facesse emergere un vantaggio fiscale in diretta violazione di legge, il risparmio d'imposta conseguito dall'adesione al regime forfetario sarebbe in linea con ratio agevolativa propria di tale regime, non configurandosi, pertanto, quale indebito vantaggio fiscale, ai sensi dell'art. 10-bis L. N. 212/2000.
In sostanza i soci dovranno fare attenzione:
In relazione a quest'ultimo caso, è bene che il "flusso di operazioni" risulti differenziato tra i diversi soci e, possibilmente, interconnesso: ad esempio, il socio A effettua una prima lavorazione, mentre il socio B ne effettua un'altra successiva è collegata, evitando che sia il socio A che il socio B effettuino le medesime lavorazioni, successivamente addebitate dalla Srl alla clientela senza ulteriori servizi aggiunti (il che porterebbe a considerare la Srl una "scatola vuota" interposta).