Illegittimo l’accertamento con redditometro se l’auto di lusso viene acquistata a rate.
Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 15896 del 24 luglio 2020, ha accolto il ricorso del contribuente.
La vicenda riguarda un cittadino al quale era stato notificato un accertamento per la casa e l’auto di lusso. Su questo secondo punto il contribuente ha presentato ricorso arrivando sino in Cassazione.
Secondo la Cassazione l’acquisto non è stato indice di capacità contributiva: infatti, la macchina è stata acquistata versando un anticipo di 2800 euro e poi è stato contratto un finanziamento. Tanto è bastato a far cadere l’atto impositivo.
Per i Supremi giudici, infatti, ha sbagliato la Ctr a omettere di prendere in esame la prova contraria offerta dal contribuente e cioè le rate per il pagamento dell’automobile.
In pratica l’Ufficio avrebbe dovuto tenere conto solo di tali elementi come confermato da Cass. 29761/2019 secondo cui è legittimo l’accertamento con redditometro anche se si basi sull’acquisto a rate dell’automobile e sul sostenimento di un canone di locazione di 200 euro mensili. Il giudice infatti non può togliere a tali elementi (una volta provati nella loro esistenza) il valore presuntivo che il legislatore ha connesso alla loro disponibilità.