Con un breve comunicato stampa diffuso ieri, la Associazione nazionale dei commercialisti ha diffuso l'allarme che sta creando "la notizia degli avvisi a pioggia (a partire dall’anno d’imposta 2018) di irrogazioni di sanzioni che stanno pervenendo ai contribuenti a seguito di indebite compensazioni sui modelli F24, da parte di coloro che avevano con l’erario debiti scaduti oltre il limite previsto".
Il riferimento è alle disposizioni dell'art. 31 del DL 78/2010, il quale ha disposto che, a decorrere dall’1 gennaio 2011:
"Per anni, nessuna richiesta è pervenuta ai contribuenti, al di là della verifica di legittimità di tali compensazioni, ed ora improvvisamente ci troviamo davanti ad un invio massivo di tali contestazioni", osserva la ANC. Ciò "crea enormi problemi e preoccupazioni soprattutto a coloro che hanno aderito alla rottamazione dei ruoli e che solo ora si vedono applicare una sanzione del 50%, a detrimento del vantaggio ottenuto con la rottamazione stessa. Ci domandiamo: qual è il motivo di tutto ciò? Davvero c’è una tale necessità di reperire risorse, per cui si arrivi a fare cassa con la richiesta di sanzioni per errori formali? Non doveva essere la priorità del Paese stanare la vera evasione? La speranza di un vero cambio di passo nel settore fiscale e tributario ancora è molto alta, ma certe operazioni ci lasciano perplessi.
Di seguito, una delle segnalazioni pervenute sul gruppo FB Redazione Fiscale.
Dello stesso tenore il commento sui social del collega Ernesto Gatto: "Voi direte che la norma risale a 13 anni fa ed è vero, ma nessuno in Italia se ne è mai veramente preoccupato perché tale norma non era mai stata applicata dall’Ade, probabilmente perché gli archivi dei debiti esattoriali e quelli delle compensazioni nel mod. F24 NON erano allineati.
Morale della favola: anche se hai appena rottamato tutte quelle cartelle, sei rovinato ugualmente perché tutte le compensazioni dal 2018 ad oggi saranno sanzionate al 50% (che non è poco). Su questo, più che sulle sopravvalutate compliance del quadro RS dei forfettari, dovrebbero concentrarsi le attenzioni del CNDCEC e delle Associazioni Sindacali.
Ma il segnale preoccupante è anche un altro: fino ad oggi l’Ade ha preferito (giustamente) colpire i comportamenti sostanzialmente rilevanti, tralasciando le irregolarità formali, che il vento stia cambiando e si voglia creare gettito reprimendo ciò che è sempre stato tacitamente tollerato perché non sintomo di evasione?"