La società A (italiana) produce schede elettroniche e le vende alla societa B (sempre italiana).
La società B (italiana) vende le stesse schede elettroniche a societa C (Repubblica Ceca).
La società C (Rep. Ceca) deve far recapitare la scheda elettronica alla società D (italia) che la acclude in un "quadro elettrico" che invia alla società D (ceca) al termine della lavorazione.
Noi siamo i consulenti delle società italiane A, B, e D, che dobbiamo tutelare sotto il profilo fiscale.
Fino ad oggi accadeva che la società A, vendeva alla società B. La società B spedisce le schede in repubblica ceca a società C, che a sua volta le invia in conto lavorazione alla società D (italiana), la quale restituisce come "reso lavorato" in repubblica ceca le schede montate (prestazione di servizi intra ue) e vende il resto dei materiali che compongono il quadro elettrico (cessione intracomunitaria).
Si intenderebbe evitare tutti i trasporti connessi al "giro" delle schede elettroniche.
Pertanto si ipotizza la seguente soluzione:
- Società A al termine della lavorazione invia le schede direttamente alla società D (su ordine di B, a sua volta avallato da C) . La fattura va direttamente da A a B con IVA, il DDT indica come acquirente il soggetto B e come destinario la società D (su ordine di B e C).
- Società D riceve un ordine da C (CZ) relativo alla fornitura di quadro elettrico, all’interno del quale inserire la scheda elettronica che ha ricevuto da A (su ordine congiunto di B e C).
- Società B fattura quindi a C (CZ), la vendita della scheda (come non imponibile art 41 – intra UE), consegnandola (tramite A) a D (italia) per assemblaggio successivo;
- Società D (italia) riceve la scheda (che non ha acquistato) in conto lavorazione (ma sul DDT non è indicata la causale "conto lavorazione" in quanto emesso da A in conto vendita) e compilerà il registro di carico e scarico dei beni in c/lavorazione, fattura a C (CZ) il quadro elettrico come vendita intraUE senza addebito IVA (non imponibile art 41 ) e la lavorazione della scheda (cioè il costo dell’assemblaggio) evidenziandolo a parte, come prestazione fuori campo IVA ex art-7ter.
Si chiede se la nuova procedura sia "efficiente" e corretta sul piano fiscale. Il dubbio principale risiede nella circostanza che la società B possa fatturare a C in regime di non imponibilità, considerato che la merce va in repubblica ceca solo al termine della lavorazione da parte di D. Inoltre B non ha nessun documento di trasporto emesso in proprio e dovrebbe fare interamente affidamento a documenti emessi da terzi soggetti (A per la consegna e D per l'invio in repubblica ceca). In particolare mi chiedo se invece non sia necessario, da parte di B, creare un deposito accanto ad A (o un conto deposito presso A) in cui depositare temporaneamente la merce, da utilizzare come "base" dalla quale compilare in proprio il DDT della merce che consegna a D in conto lavoro su ordine di C, in modo da creare una "triangolazione" ed evitare la "quadrangolazione con lavorazione" che non mi pare sia prevista a livello di normativa e prassi intracomunitaria.
Non vorrei che in caso di controllo l'agenzia delle entrate o la GdF ravvisasse un movimento di merci poco chiaro e non adeguatamente supportato dai necessari documenti.
Grazie.
Cordiali saluti.