Una Srl è formata da due socie, madre e figlia, titolari ognuna di una quota pari al 50%. Sul finire del 2019 la madre, in ambito di riorganizzazione familiare di attività e beni, dona l'intera propria quota al figlio. Della Srl divengno pertanto soci i due fratelli (figlio e figlia), sempre al 50% ciascuno. Sempre entro il 31/12/2019 tra i due fratelli si conviene quanto segue: il fratello cede il diritto di usufrutto relativo all'intera propria quota in favore della sorella. Detta cessione è effettuata con carattere temporaneo, per 10 anni, decorsi i quali lo stesso tornerà ad essere pieno proprietario della propria quota. A fronte di detto trasferimento, la beneficiaria dell'usufrutto (la sorella) si impegna a riconoscere al fratello un importo pari ad € 5.000 circa annui. Dalla data di detto accordo (per atto notarile) e per un periodo di 10 anni il fratello risultarà nudo proprietario di una quota pari al 50% dell'intero, mentre la sorella risulterà piena proprietaria del restante 50% ed usufruttuaria sul 50% del fratello.
Posto che ai sensi dell'art. 9 Tuir gli atti di disposizione di diritti reali su beni rivestono, dal punto di vista fiscale, identica veste della cessione dei beni medesimi e che, ai sensi dell'art. 67 Tuir, la cessione di partecipazione qualificata in srl genera plusvalenze tassabili, si ritiene di derivarne le seguenti considerazioni:
a. che il fatello "nudo proprietario" nel periodo di 10 anni dovrà tassare, con principio di cassa, i corrispettivi ricevuti dalla sorella per la cessione del diritto di usufrutto
b. che la sorella, usufruttuaria, non maturi un onere deducibile nella propria personale dichiarazione dei redditi in relazione alle somme versate al fratello per l'acquisizione del diritto di usufrutto, ma che detti versamenti possano invece incrementare il valore fiscale della propria partecipazione.
In merito al punto b. che precede, però, sì è nel dubbio che i versamenti effettuati dalla sorella in favore del fratello possano divenire oneri deducibili: da un lato gli eventuali utili (frutti) della società verrebbero tassati nel decennio esclusivamente in capo alla stessa sorella; dall'altro la stessa potrebbe ridurre l'impatto fiscale deducendo le somme riconosciute al fratello. E' percorribile questa ultima interpretazione?