Buonasera gentilissimi, vi espongo un mio caso:
Giugno 2019 coniugi permutano il loro terreno edificabile di proprietà 50 per 100 per ognuno con corrispettivo di un appartamento (per entrambi seconda casa). Fatta rivalutazione terreno (120000 euro) e pagata imposta sostitutiva
marzo 2022 i coniugi prendono possesso dell'immobile, ma non esiste un verbale di consegna, e vi stabiliscono da subito la residenza (esiste quindi solo un certificato di residenza e l'accatastamento).
Aprile 2022 muore un coniuge prima dell'atto di identificazione catastale. La parte del coniuge va in successione ai due figli e al coniuge superstite per le loro quote.
Giugno 2022 cessione dell'immobile per un valore di 180000 euro.
Ora per quanto riguarda la quota parte appartenente ai figli eredi non ci dovrebbe essere plusvalenza in quanto in caso di successione non esiste plusvalenza tassabile.
Il problema potrebbe nascere per la quota del coniuge.
1) È vero che ha stabilito la residenza e l'abitazione principale in quell'immobile ma come si fa ad individuare correttamente la venuta ad esistenza del bene e cosi calcolare la maggior parte del periodo come residenza principale della coniuge? Faccio presente che non ho alcun verbale di consegna dell'immobile. Da che data si deve partire e quali prove possono essere portate in un eventuale contenzioso con l'ade (accatastamento o altro)?
2) alcuni notai mi hanno parlato di un minimo di sei mesi e un giorno di residenza ma io non ho trovato alcun riferimento a questo periodo minimo?
3) in caso di plusvalenza tassabile per il coniuge (cosa per me non corretta) è tassabile tutta la quota del coniuge (50 + 16 per cento in successione) o solo la quota iniziale (50 per cento di proprietà)?
Grazie e distinti saluti.