Buonasera,
Vorremmo avere chiarimento in merito alla seguente situazione.
Un dipendente di un’azienda italiana, appartenente ad una multinazionale straniera, ha ricevuto, nel corso di due anni, una remunerazione attraverso una cessione di azioni (RSU).
Le azioni sono state accreditate al dipendente in un conto corrente, a lui intestato, presso un istituto bancario in Israele.
A maturazione delle azioni, l’importo corrispondente è stato inserito, di volta in volta, in busta paga al dipendente percettore e quindi tassato.
Ogni volta che questo accadeva, l’azienda cedeva una parte delle azioni del dipendente per il pagamento delle imposte sul reddito dallo stesso percepito tramite la corresponsione di tali azioni.
Successivamente, il dipendente si è licenziato ed ha ceduto (2021) il residuo delle azioni che erano rimaste nel portafoglio collegato al c/c a lui intestato in Israele. L’istituto israeliano ha girato l’importo realizzato nel c/c italiano del dipendente stesso. Dalla documentazione prodotta dal dipendente, sembrerebbe che l’istituto israeliano non ha effettuato alcun tipo di trattenuta sottoforma di pagamento di tasse eventualmente dovute e non si evince in alcun modo se si siano realizzate plusvalenze o minusvalenze nella cessione delle azioni.
A nostro avviso, infatti, il dipendente dovrebbe pagare sul capital gain eventualmente realizzato tra il valore di assegnazione (già tassato in Italia tramite busta paga) ed il valore di cessione delle azioni.
Vorremmo avere dei chiarimenti sull’eventuale procedimento da seguire ai fini della tassazione in Italia, se dovuta, delle cessioni avvenute nel 2021 come sopra esposto. Si allegano i documenti rilasciati dalla banca straniera al dipendente relativi alle due cessioni effettuate per suo conto.
La ringraziamo anticipatamente.