Buonasera,
una S.R.L. a fine 2019 ha acquistato senza Iva con lettera di intento da fornitori residenti per un importo maggiore rispetto al plafond disponibile; a fine febbraio, prima della presentazione della dichiarazione annuale, ha emesso autofattura elettronica con data 28/02/2020 ma annotata nei registri Iva a dicembre 2019 e Iva a credito liquidata in dichiarazione annuale 2019, riportando il credito in vf e pari importo in ve25; effettuando comunque un versamento f24 il 13.03.2020, dopo aver presentato la dichiarazione Iva annuale, utilizzando in compensazione il credito Iva con codice 6099, risultante in dichiarazione annuale vl33 dopo aver annotato il versamento in vl30 col 2 e col 3.
L'e ha inviato una compliance nel 2022 in cui evidenzia: a) totale Iva sugli acquisti risultanti dalle fatture elettroniche, emesse nel 2019 da cedenti/prestatori italiani + Totale Iva da bollette doganali, con data nel 2019 = 66.448 contro dati indicati in dichiarazione annuale come segue
b) vf25 - (vf221 x 22%) - vj192 + vj18 colonna 2 = 84.791.
E quindi maggiore detrazione Iva per 18.343
noi, in risposta alla compliance, giustifichiamo dicendo che la differenza è dovuta (oltre a Iva su fatt datate 2019 ma arrivate alla contribuente nel 2020) a quella differenza che abbiamo indicato in vf e poi anche in ve25.
Chiedo se corretto quanto rappresentato in dichiarazione annuale per il 2019, se regolare il ravvedimento eseguito e nel caso che rischi di contestazione si rischiano in seguito alla nostra risposta alla compliance; se ulteriormente potrebbe essere più vantaggioso pagare la compliance di 18.343 e nel caso con quali sanzioni di ravvedimento.
Grazie.