Buongiorno,
un nostro cliente, nel corso del 2015, ha fatturato alcune prestazioni ad un esportatore abituale applicando la non imponibilità art. 8 c.1 lettera c. a seguito di una lettera d’intento ricevuta a dicembre 2014 con le vecchie modalità (e relativa alle operazioni da gennaio a dicembre 2015).
Le fatture sono state emesse:
Il fornitore (nostro cliente), pur non avendo ricevuto il numero di protocollo da verificare e quindi andando in fiducia, ha emesso le fatture di aprile senza applicare l’IVA chiedendo comunque il dato all’esportatore abituale il quale non ha mai risposto (ed poi stato dichiarato fallito a luglio 2015).
A dicembre il nostro cliente si è insinuato nel fallimento (allegando tutte le fatture emesse senza applicazione dell’imposta) e, solo ora, è venuto a conoscenza da parte del curatore fallimentare che nel cassetto fiscale dell’esportatore abituale non risultano dichiarazioni d’intento inviate nei confronti del nostro cliente ma che per loro non è un problema in quanto dalla loro contabilità risulta registrata solo la fattura di gennaio.
1) Le chiedo conferma di quanto dovrebbe fare il nostro cliente per regolarizzare il tutto (contribuente mensile):
2) l’IVA versata con ravvedimento potrà essere recuperata alla conclusione della procedura fallimentare nonostante non sia stata inclusa nell’insinuazione?
3) Nel caso non avvenisse la regolarizzazione di cui al punto 1) che cosa si rischia in caso di controllo?
Grazie.
Cordiali saluti.